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La ladra di ricordi

Un bel titolo accattivante per un giallo storico sui generis interessante e ricco di spunti. Siamo a Todi ed il professor Giacomo Nardi riceve una telefonata da una donna che afferma di possedere un cammeo risalente al primo secolo A.C. e di volergliene parlare. La sera stessa Isabella De Clio, studentessa di antichità e concorrente per una borsa di studio, incontra proprio Nardi per consegnargli la sua monografia che riguarda proprio i cammei antichi. Intanto inizia la narrazione di una nuova storia, ambientata nel 43 A.C. in cui Antonio, lepido ed Ottaviano danno vita al loro triumvirato nato per sconfiggere i cesaricidi Bruto e Cassio. E' in questa occasione che Ottaviano chiede ad Antonio in pegno un oggetto che appartenne a Cesare: il cammeo delle sette velature. Non è difficile per chi legge pensare subito che la storia ruoterà attraverso le vicissitudini di questo famoso cammeo ed infatti Barbara Bellomo saprà condurci attraverso due storie parallele che si inseguono capitolo dopo capitolo, entrambe avvincenti e ricche di avventure. Ecco allora che Nardi, dopo avere scoperto che la misteriosa signora è stata uccisa nella notte e che si chiamava Luisa Velio, incaricherà Isabella ad investigare sull'esistenza di questo cammeo, realmente appartenuto a Luisa che ne possedeva una fotografia. Si torna quindi a narrare la storia del cammeo ai tempi di Marco Antonio, della moglie Fulvia e della figlia Clodia: una storia reale e che ci riporta ai banchi di scuola. E così sarà per tutto il racconto: un continuo parallelismo tra indagini tra Todi e la Sicilia da una parte e le sorti dei protagonisti della Roma antica. Non voglio dilungarmi su nessuna delle due, solo soffermarmi sul fatto che la ricostruzione storica è davvero interessante e ricca di spunti realmente accaduti dietro le quinte di una città che diventerà poi la capitale dell'impero che tutti conosciamo. Altrettanto avvincente è l'indagine in cui è coinvolta Isabella con Nardi e Mauro Caccia, indagine che parte pian piano con la decifrazione di una scritta sul cammeo e che li porta alla soluzione del caso dopo molte false piste e continui ripensamenti che rendono questo libro avvincente tanto da spingerti a volerlo leggere in maniera quasi accanita. Un giallo ben scritto che tiene in serbo anche altre sorprese tra cui il titolo: chi potrà mai essere questa ladra di di ricordi ed in che modo riesce a rubarli? E Barbara Bellomo a spiegarcelo e a dirci che "in questo mondo si possono rubare impunemente dignità, amore e merito, ma non oggetti. Perché?". Ed anche questa piccola domanda ci porta a riflettere su poteri dei nostri giorni, sulla corruzione e sui furti che sono rimasti gli stessi che già esistevano a Roma nel I secolo A.C.


I casi di Isabella De Clio (01)
Cosa accomuna l’omicidio, ai giorni nostri, di una dolce, vecchia signora dalla vita irreprensibile e i grandi protagonisti dell’età repubblicana – Cesare, Lepido, Cicerone, Marco Antonio, la crudele moglie Fulvia e la piccola Clodia? È quello che dovrà scoprire un terzetto stranamente assortito, chiamato in causa per l’occasione. Isabella De Clio, giovane archeologa siciliana specializzata in arte antica, è bella, volitiva, preparatissima, ma ha un motivo particolare per temere la polizia. E il fatto che l’affascinante Mauro Caccia, l’uomo che la affianca nelle indagini, sia un commissario non l’aiuta più di tanto. Con loro c’è anche Giacomo Nardi, depresso professore di museologia e beni culturali…
È l’inizio di una storia che intreccia la Roma del I secolo a.C. e l’Italia contemporanea, gli antichi intrighi politici e i mediocri baroni universitari dei nostri tempi.