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Cave canem

Torno indietro nel passato, ho finito la quinta superiore e non sono più obbligato a leggere libri, commentarli ed entusiasmarmi ai loro versi solo perchè fanno parte del programma scolastico. Sono in un centro commerciale e passo davanti alla sezione dei libri, di cui uno mi attrae: è rosso ed il titolo è "Cave canem". Mi chiedo perchè a scuola non insegnino queste semplici traduzioni, perchè Cesare disse proprio "il dado è tratto" dopo aver passato il Rubicone (ma questo lo scoprirò in un altro libro). Comunque compro il libro, il primo libro scelto da me e non da altri per me, torno a casa ed inizio a leggerlo. E' un giallo storico in cui la trama dei due delitti viene sapientemente svelata da Publio Aurelio; ma non è solo questo che mi colpisce. Mi colpiscono gli usi ed i costumi dell'antica Roma, la ricostruzione fedele della vita di tutti i giorni, le curiosità così sapientemente descritte da Danila Comastri Montanari. E mi colpiscono i dialoghi con Castore, davvero divertenti. Inutile dire che il sabato successivo e quello dopo ero sempre li a comprare un nuovo libro libro della serie, la prima serie che ho scelto io e che ha risposto così bene alla mia sete di curiosità. Da li è nata la passione per i libri, visti non solo come una storia o un delitto, ma come la descrizione di quello che si muove intorno e dentro i personaggi per capire qualcosa di più di quella che è la vera Storia.



Publio Aurelio: un investigatore nell’antica Roma (01)

Cave canem, "attenti al cane", è una scritta che si trova spesso all'ingresso delle domus romane. È appunto in una casa come questa che Publio Aurelio si ferma sulla via del ritorno a Roma, dopo aver trascorso la villeggiatura a Baia con l'amica Pomponia. La villa appartiene a Gneo Plauzio, un plebeo che ha fatto fortuna allevando pesce pregiato, ed è costruita sul lago d'Averno, la porta del regno degli Inferi. Non appena arrivato, il senatore-detective ha una brutta sorpresa: Plauzio Attico, figlio di Gneo, è stato trovato cadavere la notte precedente. Ben presto avviene un nuovo delitto e Aurelio apprende che sulla famiglia grava un'oscura maledizione...

Nemesis




Publio Aurelio: un investigatore nell’antica Roma (14)
Anno 25 dopo Cristo: in una sperduta regione del Caucaso, ai confini dell'Impero Romano, la Legio III Gallica si rende colpevole del massacro di un centinaio di civili. Ventidue anni dopo, l'unica superstite dell'eccidio, che ha assunto il nome di Nemesis (cioè "Vendetta"), compare nell'Urbe decisa a regolare i conti con gli antichi stragisti. Per rintracciarli ha bisogno di un alleato e, ravvisandolo in Publio Aurelio Stazio, ne prende in ostaggio l'amica Pomponia per indurlo a collaborare. Drammaticamente diviso tra la fedeltà alle legioni e l'ansia per la sorte dell'amica, Aurelio inizia la sua indagine nella III Gallica. Tutto a un tratto, però, i legionari cominciano a morire di morte violenta e su ognuno di loro viene trovata una piccola tigre di legno. Nemesis nega di essere l'assassina e Aurelio le crede: prende così avvio una seconda, pericolosissima inchiesta, alla quale si affianca quella parallela del segretario Castore, che mal sopporta di essere tagliato fuori dal gioco. E intanto l'assassino torna a colpire...

Tenebrae




Publio Aurelio: un investigatore nell’antica Roma (13)
Pensate alle antiche domus romane, alle strade maleodoranti e ai vicoli labirintici di una città dove le uniche fonti di illuminazione sono i funalia, torce di resina che gettano una luce stenta sii uomini e cose. Pensate all'ombra, alla penombra, all'oscurità che cala ogni giorno sull' Impero più grande e potente della terra. Pensate all'ansia, alla tensione, al sottile senso di inquietudine che la notte porta sempre con sé... E adesso pensate a un assassino (o forse più di uno) che nell'oscurità trova il suo elemento naturale, muovendosi nel buio come un pesce nell'acqua. E ancora, pensate a quella sottile linea d'ombra che talvolta, ma solo talvolta, separa la razionalità dal la follia omicida. E infine pensate alla paura, al mistero, al delitto; alla presenza del male e alla necessità che qualcuno - magari un detective in toga e laticlavio di nome Publio Aurelio Stazio - vi si opponga con tutte le sue forze, in nome della verità e della giustizia, e senza rinunciare a un pizzico di sana ironia epicurea...

Olympia. Indagine ai giochi ellenici




Publio Aurelio: un investigatore nell’antica Roma (12)
Grecia, anno 41 dopo Cristo. Il senatore Publio Aurelio Stazio giunge a Olympia per presentare i puledri della sua amica Pomponia ai Giochi atletici più celebri del mondo. Le gare, però, vengono subito funestate da una serie di lutti: un tifoso accoltellato, un pentatleta sgozzato da un disco tagliente, un velocista trafitto da un giavellotto. Ad essere accusato dei due delitti commessi usando attrezzi da competizione è il discobolo di Corinto, Pirro, che tuttavia si rende subito irreperibile. Per nulla convinto della sua colpevolezza, Publio Aurelio comincia a indagare su altri possibili sospetti. Di fronte al groviglio di morti ammazzati, false piste, doppie e triple verità, il compito per il senatore-detective non si presenta affatto facile.

Ars morendi, indagine a Pompei




Publio Aurelio: un investigatore nell’antica Roma (11)

Pompei, anno 47 dopo Cristo. Un assassino tanto folle quanto inafferrabile si aggira alle falde del Mons Vesuvius trucidando selvaggiamente le prostitute della città. Tra le vittime della furia omicida c'è anche Fortunata, avvenente cortigiana che fino a pochi anni prima era stata la prediletta dell'imperatore Claudio. Turbato dall'efferata uccisione, il princeps invia sulla costa campana il senatore-detective Publio Aurelio Stazio con l'incarico di individuare il colpevole e consegnarlo alla giustizia romana. Arrivato nella città teatro del crimine, Publio Aurelio scopre con orrore che Fortunata è solo l'ultima di una lunga serie di ragazze fatte letteralmente a pezzi da un truce Squartatore ante litteram.

Saturnalia




Publio Aurelio: un investigatore nell’antica Roma (10)

Roma, anno 46 d. C. Il senatore Publio Aurelio Stazio è appena tornato dalla Gallia, giusto in tempo per celebrare il rito dei Saturnalia, l'equivalente latino dell'odierno carnevale. Nel corso dei Saturnalia i padroni si trasformano in schiavi e gli schiavi in padroni. Ma cosa succede quando qualcuno, approfittando del capovolgimento di ruoli, decide di attuare una feroce catena di omicidi, apparentemente scollegati ma in realtà connessi da sottilissimi fili? A Publio Aurelio non rimarrà altro da fare che calarsi per l'ennesima volta nei panni investigativi che da sempre lo accompagnano e lanciarsi nell'inchiesta più pericolosa della sua carriera.

Gallia est




Publio Aurelio: un investigatore nell’antica Roma (09)

Anno 46 dopo Cristo, nella Gallia Narbonese. Tutto inizia da un omicidio senza senso, senza movente, commesso con ferocia inspiegabile. Il senatore Publio Aurelio Stazio, ricevuto l'incarico ufficioso di investigare sul delitto, non tarda ad accorgersi che quel fatto di sangue, apparentemente immotivato, costituisce il primo tassello di un mosaico criminale ben più complesso, sfuggente e pericoloso. In cima alla lista dei possibili colpevoli si ritrovano così i notabili dei clan celtici, fieramente contrari alla concessione della cittadinanza romana alle colonie della Gallia. Si tratta dunque di una serie di reati a sfondo politico-indipendentista? Può darsi.

Scelera




Publio Aurelio: un investigatore nell’antica Roma (08)
Tre nuovi misteri per il senatore-detective Publio Aurelio Stazio, sullo sfondo dei luoghi più suggestivi dei Campi Flegrei. Un omicidio nell'esclusiva stazione termale di Baia, legato all'ambiente della "dolce vita romana", con le sue feste, i suoi banchetti, il suo culto della bellezza e i suoi piaceri segreti. Un delitto "sociale", perperrato nel sudatorium delle terme e intimamente connesso al mondo dei lavoratori portuali di Pozzuoli, in lotta per affermare i propri diritti. Un caso di pedofilia, con la scomparsa di due fanciulle di quattordici anni, diversissime tra loro e forse vittime di un bruto: Lelia, la figlia del Prefetto della flotta imperiale di Miseno, e Faustina, una povera reietta dei bassifondi.

Mors tua




Publio Aurelio: un investigatore nell’antica Roma (07)

Siamo nell'anno 42 dopo Cristo, l'impero romano è al massimo del suo splendore e sul trono dei Cesari siede Claudio con la giovane moglie Messalina. Publio Aurelio, ricco e gaudente senatore con il "vizio" delle indagini criminali, si reca in visita dalla cortigiana Corinna e la trova morta, con un pugnale piantato nel petto. Aiutato come sempre da Castore - il suo irresistibile segretario alessandrino - Aurelio comincia a indagare sul delitto, sforzandosi di conoscere più a fondo i principali sospetti. Ma prima di avere la possibilità di condurre in porto l'inchiesta, Publio Aurelio viene accusato della morte del genero di Rufo e per protestare la sua innocenza dichiara che si reciderà pubblicamente le vene durante un banchetto.

Spes, ultima dea




Publio Aurelio: un investigatore nell’antica Roma (06)
Protagonista del libro è, ancora una volta, Publio Aurelio Stazio, il senatore-detective della Roma imperiale del I secolo dopo Cristo, attorniato come sempre da Castore (l'aiutante greco), Pomponia (la matrona aristocratica) e Mummio (il "poliziotto" ufficiale). In "Spes", tuttavia, accanto al rispetto delle regole del giallo "scientifico" e alla consueta ricostruzione storica, la scrittice opera significative variazioni rispetto ai romanzi precedenti introducendo un'inedita dimensione spazio-temporale (con due piani che si alternano l'un l'altro a vent'anni di distanza) e sottolineando certe inquietanti analogie tra la corruzione nella Roma antica e fenomeni dello stesso tipo nella società italiana dell'ultima decade.

Parce sepulto




Publio Aurelio: un investigatore nell’antica Roma (05)

Roma, autunno dell'anno 45 dopo Cristo. Invitato alle nozze di Lucilla e Ottavio, figli adottivi del retore Arriano, il senatore Publio Aurelio Stazio ha la sgradita sorpresa di inciampare nell'ennesima "scena del crimine". Stavolta la vittima è la stessa Lucilla, che Aurelio rinviene cadavere in una vasca di fango cosmetico. A prima vista sembra che la ragazza sia stata stroncata da un malore. Tuttavia, cosa significa quel dito di Lucilla puntato verso l'alto, come a indicare qualcosa, o qualcuno? E quale segreti nasconde Camilla, la sorella gemella di Lucilla, perfettamente identica a quest'ultima? E perché Arriano si affanna a nascondere ogni traccia del suo passato? Quando poi le morti misteriose iniziano a moltiplicarsi...

In corpore sano




Publio Aurelio: un investigatore nell’antica Roma (04)

Anno 43 dopo Cristo. Come un fulmine a ciel sereno, un luttuoso evento si abbatte sulla comunità ebraica dell'Urbe: la giovane Dinah, figlia del mercante Mordechai, perde la vita abortendo un filgio illegittimo, frutto di un amore "proibito" che la legava a un goy, un cittadino pagano. Colpito negli affetti e nell'onore, Mordechai si rivolge all'amico Publuo Aurelio Stazio affinché individui e punisca il responsabile della morte di Dinah. Stazio accetta l'incarico, risoluto a vederci chiaro. Che cosa è successo realmente alla sventurata ebrea? Chi è il goy che l'ha messa incinta? Perché si nasconde? E se si fosse trattato di un omicidio?

Cui prodest?




Publio Aurelio: un investigatore nell’antica Roma (03)

Roma, inverno dell'anno 46 dopo Cristo. Un efferato assassino si accanisce sugli schiavi della domus di Publio Aurelio. È un sicario crudele, intelligentissimo, senza pietà. I suoi obiettivi prediletti sono gli omosessuali, ma, di tanto in tanto, non disdegna neppure vittime "normali". Chiamato a investigare, gli unici indizi che Publio Aurelio riesce a raccogliere sulla scena del crimine sono un'orma insanguinata e una pedina di latrunculi, gli antichi scacchi romani. Davvero poco per intuire un movente, seguire una pista, identificare un colpevole. Publio Aurelio, però, non ha scelta: deve giocare il tutto per tutto e smascherare l'assassino prima che torni a colpire per l'ennesima volta.

Morituri te salutant




Publio Aurelio: un investigatore nell’antica Roma (02)
Roma, anno 45 d.C. Un drammatico evento funesta i ludi gladiatori. Nel corso di un combattimento, l'asso dell'arena Chelidone si accascia al suolo, vittima di un decesso inspiegabile. È lo stesso imperatore Claudio, vecchio amico di Publio Aurelio Stazio, a convocarlo al Palatino e ad affidargli le indagini sulla morte del gladiatore. Ha così inizio un'inchiesta ad alto rischio, durante la quale l'abilità investigativa di Publio Aurelio verrà messa a dura prova...