Félicie




Le inchieste di Maigret (31)
Ne ha conosciuti di duri, Maigret, nella sua lunga carriera. Ma nessuno, mai, gli ha dato filo da torcere come Félicie. Strana ragazza, Félicie. Se ne va in giro con un cappello rosso adorno di una piuma verde cangiante e porta abiti ridicolmente chiassosi. È acida, ostinata e bugiarda. Irritante. Fa la cameriera, ma il termine non le piace, perché si dà arie da gran dama. E nasconde parecchi segreti. In uno di quei villaggi di cartapesta dove modesti pensionati col cappello di paglia passano il tempo in giardino a trapiantare pomodori, è stato commesso un omicidio incomprensibile, grottesco: qualcuno ha sparato a bruciapelo a Jules Lapie, un ex contabile di Fécamp, meticoloso, avaro e taciturno. Félicie lavorava per lui, ed è fermamente decisa a non collaborare con la polizia. Maigret, ormai lo sappiamo, si insinua in un'inchiesta come si infilano i piedi nelle pantofole – lo dice sempre anche il direttore della Polizia Giudiziaria. Ma questa volta non sarà facile per lui penetrare nel mondo bizzarro e claustrofobico in cui vivevano Félicie e Jules Lapie. Né seguire la pista che dal caramelloso villaggio di casette-giocattolo conduce ai sordidi giri malavitosi della zona di Pigalle. Soprattutto, non gli sarà facile capire Félicie.
Scritto a Fontenay-le-Comte nell'estate del 1941, Félicie est là apparve da Gallimard nel 1944.

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